Maria Kara Bobowski nacque nella città di Hartford nello stato del Connecticut (USA) il 12 agosto 1971.
Era la primogenita di Davide Bobowski e Sandra Bonvicini. Nei primi tempi Kara cresceva normalmente: era una bimba bella e sorridente, ma a sei mesi cominciò ad avere problemi di salute che furono diagnosticati “crisi di epilessia”.
Ad undici mesi i medici scoprirono che Kara soffriva di sclerosi tuberosa. Durante la crescita, le crisi epilettiche si intensificarono ritardando lo sviluppo di Kara, senza però intaccarne l’indole allegra e gioiosa.
A tre anni Kara venne in Italia per la prima volta con la famiglia per conoscere i suoi parenti che tuttora vivono a Piacenza e a Modena. Kara frequentò la scuola materna ed elementare seguendo un programma educativo individualizzato.
Nel settembre 1980 iniziò il piano riabilitativo per bambini cerebrolesi indicato dagli Istituti per lo sviluppo del potenziale umano di Filadelfia. Kara lavorò intensamente nonostante il dolore procuratole dalle crisi epilettiche giornaliere, per portare a termine il programma che prevedeva attività estenuanti, sia per il fisico che per l’intelletto. Benché fosse necessario ricoverarla molte volte in ospedale, Kara ricominciava sempre ad eseguire gli esercizi appena ristabilita. Fu aiutata e supportata nello svolgimento del piano di lavoro da volontari che divennero suoi cari amici.
Il suo coraggio, la perseveranza, l’amore, l’entusiasmo e la forza di spirito dimostrati da Kara toccarono il cuore di tutti coloro che ebbero occasione di conoscerla.
In questo periodo Kara conobbe un’amica, Emanuela Pascali e la sua famiglia. Con loro trascorse molte settimane in ospedale a Filadelfia. Nel luglio del 1988 Kara, durante il suo secondo viaggio in Italia, venne con la famiglia a Modigliana, per far visita alla sua amica Emanuela.
A Kara piacevano le vacanze, visitare luoghi sconosciuti e mangiare nei ristoranti. Kara è morta improvvisamente a vent’anni, il 13 settembre 1991, in seguito ad un arresto cardiaco. La sua famiglia scrisse:
“Kara è venuta come la luce del sole, a scaldare e ad arricchire le nostre vite. Ci ha insegnato amore, speranza, fiducia, coraggio e compassione. Siamo grati a Dio di averla donata alla nostra famiglia”.
Nel 1992, quando la Cooperativa nacque, Franca, madre di Emanuela e attuale Presidente, decise di darle il nome di Kara, in ricordo di una ragazza forte e coraggiosa.